Il Fregio dell’Arco di Augusto di Susa
Un accordo stipulato 2000 anni fa
L’Arco di Augusto di Susa, “originale testimone della storia nazionale”, è la dimostrazione tangibile di un notevole passato della nostra Città per il quale i molti studi, che si sono susseguiti nel corso degli anni, hanno permesso di individuare le ragionevoli motivazioni della sua realizzazione.
Il compito degli storici non è sempre facile, ma con l’aiuto di un affascinante viaggio nel passato, coadiuvato da indispensabili e approfondite ricerche, si può spesso scoprire come le opere lasciate dagli uomini nel corso dei tempi, narrino in modo qualificato le loro esigenze, la loro cultura e le loro tradizioni.
Strutturato in unico fornice, l’Arco è realizzato utilizzando imponenti pietre, forse provenienti da una cava di marmo della vicina Foresto, ed è arricchito da colonne angolari sormontate da capitelli corinzi che paiono sorreggere solennemente l’importante fregio, oggetto di attenzione in questa pubblicazione. Il fregio lo si può giudicare, senza ombra di dubbio, come opera unica e di straordinaria rilevanza storica, in quanto narra visivamente la cerimonia del patto stipulato tra Cozio e Augusto.
Il professor Massimo Centini ha curato con specifici approfondimenti il testo che esamina i diversi ele- menti scultorei componenti il fregio ed ha eseguito un’attenta lettura del ruolo che ogni figura ha avuto durante la cerimonia del patto fra il Sovrano delle tribù celtiche locali e l’Imperatore di Roma.
Questa iniziativa che ritengo molto valida come forma di comunicazione, grazie all’utilizzo di strumenti multimediali curati da Fausto Marzo, potrà indubbiamente agevolare la lettura del fregio e facilitarne la divulgazione, in linea con uno degli obiettivi dell’Associazione Il Ponte che è quello di diffondere la cono- scenza dei tesori valsusini, lasciatici in eredità dalla storia.
Giovanni Quaglino
Presidente dell’Associazione Il Ponte
Guarda il filmato completo sul Fregio dell’Arco di Augusto di Susa
See the entire film on the Frieze of the Archway of Augustus in Susa
Susa fu l’antichissima capitale di una popolazione alpina, governata da una nobile dinastia di sovrani locali, che durante il periodo di re Donno vide il passaggio delle legioni romane di Caio Giulio Cesare, dirette verso le Gallie attraverso il valico del Monginevro.
Il successore di Donno, Re Cozio I, conscio della potenza di Roma, stipulò un patto con Cesare Ot- taviano Augusto, attraverso il quale ebbe il titolo di prefetto dell’Impero Romano. A seguito di questo accordo, Cozio eresse sull’antica strada delle Gallie, in onore dell’Imperatore, uno splendido Arco mar- moreo (9-8 a.C.) che è oggi uno dei quattro archi a lui dedicati esistenti in Italia (gli altri sono ad Aosta, Rimini e Fano).
Cozio latinizzò il suo nome in Marcus Iulius Cottius, fu nominato Praefectus Civitatis e assunse la cit- tadinanza romana, segno della volontà condivisa di voler creare un saldo legame tra le popolazioni che vivevano a ridosso del valico del Monginevro, allora la principale via praticata per accedere alle Gallie, e Roma.
In questo importante periodo, la popolazione di Susa e del territorio iniziò a fondere i propri costumi, le proprie legislazioni e il proprio linguaggio con aspetti della cultura romana, pur mantenendo ancora per molto tempo la propria fede religiosa legata alla devozione delle divinità locali, poi successivamente affiancate da quelle romane.
A seguito dell’alleanza con Cesare Ottaviano Augusto, Susa crebbe sia in abitanti che in ricchezze. Fu dotata di molte infrastrutture degne di un’importante città romana quali il foro, il tempio, l’anfiteatro e le terme.
La morte di Re Cozio viene ipotizzata intorno al 40 d.C. ma, come per la data di nascita, non ci sono notizie certe al riguardo.
Successivamente, si iniziò ad identificare con il nome di Alpes Cottiae le aree montane su cui egli aveva governato e che ancora oggi conosciamo come Alpi Cozie.