Il passaggio per Susa in via sperimentale della Supplementary Mail, aggiunta della Valigia delle Indie
Col nome di Indian Mail (Valigia delle Indie), si intendeva tutto il movimento postale che si svolgeva tra l’Inghilterra e le Indie, la Cina, l’Australia, movimento enorme e di importanza mondiale. Fino al 1839 era la East Indie Company (Compagnia dell’India orientale) a trasportare la Valigia, doppiando il Capo di Buona Speranza: un viaggio che durava 120 giorni circa. Dal 1839, con il compimento della ferrovia inglese da Londra a Dover e di quella francese da Calais a Marsiglia il tragitto venne scomposto in un percorso misto terra-mare: fino a Marsiglia la Valigia viaggiava in treno e di qui, affidata alla Peninsular and Oriental Company, raggiungeva con la nave Alessandria d’Egitto.
La Valigia veniva spedita ogni settimana: più di cento cassette, contenenti ognuna intorno a 1.800 lettere o 220 giornali; oltre trecento quando, a partire dal 1858, una volta al mese era inclusa la posta diretta in Australia.
Sceglievano di viaggiare al seguito dell’Indian Mail, in alternativa ad una lunga crociera marittima, anche un gran numero di ricchi passeggeri diretti alle Indie, in Cina, in Australia, o di ritorno da quei paesi, a motivo della speditezza del trasporto: da Londra si raggiungeva Bombay in 24 giorni.
La domanda che i responsabili del servizio postale si ponevano era se questo spazio di tempo si poteva accorciare scegliendo un’altra via. La risposta si fondava principalmente sul fatto che il trasporto a vapore per terra era molto più celere del trasporto a vapore per acqua.
La distanza da Londra ad Alessandria via Marsiglia, che si percorreva in otto giorni, era di 4.077 km, dei quali 1.330 per terra e 2.747 per mare. Dimezzando la lunghezza del tragitto per mare, si sarebbe potuto guadagnare un buon numero di ore. Quindi tutto dipendeva dalla questione se un altro porto dell’Europa meridionale fosse o no preferibile a Marsiglia.
Nel 1861, subito dopo la proclamazione del regno d’Italia, il governo si era impegnato per dimostrare come il tragitto marittimo da Suez ad Ancona, e di là con le strade ferrate che attraversavano la parte settentrionale della penisola fino alla frontiera francese, fosse la via più conveniente che la Valigia potesse percorrere per giungere nel più breve tempo possibile a Londra. Ma dall’Inghilterra non giunsero riscontri fino a quando, aperta al traffico la ferrovia Bologna- Ancona, il governo britannico rese noto in forma ufficiale che:
L’importanza di abbreviare in ogni modo possibile il viaggio della valigia delle Indie e dell’Australia è così grande, che il direttore generale delle Poste crede conveniente di porsi tosto in comunicazione col governo italiano nello intento di conoscere in modo certo le facilitazioni che questo sarebbe disposto di accordare per il trasporto di detta valigia tra la frontiera franco-italiana e il porto di Ancona.
Gli entusiasmi però si spensero quando qualche tempo dopo il governo inglese ritornò sui suoi passi. Adducendo a motivo che il risparmio di tempo per la via d’Ancona si riduceva a sole 15 ore, ed era inoltre subordinato alla eventuale concessione da parte della Francia di treni celeri, dichiarava di non volere per il momento alterare il servizio esistente, rimandando ogni decisione all’epoca in cui fosse entrato in esercizio il tratto di ferrovia fra Ancona e Brindisi.
Era dunque su Brindisi, la cui posizione geografica la candidava come via più immediata per raggiungere l’istmo di Suez, che puntavano gli inglesi come possibile alternativa a Marsiglia. L’Ancona- Brindisi venne inaugurata nel 1865; nel 1867, anche se rimanevano da compiere molte strutture accessorie, il porto di Brindisi era già utilizzabile dalla grande navigazione ed aveva sostituito quello di Ancona nei viaggi per Alessandria. Attuati i treni diretti da Susa , si riduceva a 158 ore il tempo di percorrenza del tragitto fra Londra ed Alessandria, mentre per la via di Marsiglia ne occorrevano 190.
Fu allora che il governo britannico decise d’inviare in Italia il capitano W. Tyler, con l’incarico di attingere da fonti attendibili tutte le informazioni che potevano in qualche modo interessare il transito della Valigia.
Tyler stese un rapporto nel quale si confermava che la via di Brindisi non solo era più breve di quella di Marsiglia (3.951 km invece di 4.075), ma presentava il vantaggio di poter abbreviare la corsa marittima, aumentando per contro il viaggio in ferrovia (da 1.337 a 2.385 km), offrendo di conseguenza minori eventualità di ritardi e maggiore risparmio di tempo. Gli unici ostacoli al regolare passaggio della Valigia si riducevano alla mancanza di un doppio binario sulla maggior parte della linea e ad un servizio efficiente sul Moncenisio in inverno.
Egli concludeva la sua relazione affermando che essendo le difficoltà riscontrate facili a superarsi, la via d’Italia diveniva di tutta convenienza per la Valigia delle Indie, e poteva adottarsi fin dal giugno 1868, quando aperta sul Moncenisio la ferrovia Fell l’intero viaggio fra Londra ed Alessandria d’Egitto si sarebbe potuto compiere in 150 ore.
A quel punto si diede inizio ad una trattativa, che andò a buon fine, per convincere il governo inglese a spedire a titolo sperimentale, via Brindisi, una valigia supplementare giovandosi dei treni e della navigazione dei piroscafi italiani. Il transito italiano prese il via all’inizio di ottobre 1869 ; le partenze vennero fissate, con cadenza settimanale, il sabato di primo mattino, per poter usufruire della coincidenza con il diretto Calais-Parigi- St.Michel. La speranza era che se quell’esperimento fosse stato coronato da successo, il Governo inglese sarebbe stato indotto a riconoscere l’ importanza del nuovo itinerario per i servizi postali, viaggiatori e merci a grande velocità.
I risultati parlarono chiaro: la valigetta spedita per la via di Brindisi anticipava notevolmente il 18 suo arrivo a Londra. Ad avvalorare ciò intervenivano i dati riferiti a fino tutto il mese di novembre. Il tempo guadagnato in sei dei viaggi effettuati era il seguente: 23 ore e 42 minuti, 12 ore e 40 minuti, 34 ore e 50 minuti, 24 ore e 11 minuti, 45 ore e 32 minuti, 22 ore e 58 minuti, cioè in media circa 27 ore.
Soltanto in quello del 21 novembre, la valigia supplementare era arrivata 12 ore e 38minuti più tardi di quella principale. Ciò a causa di un improvviso guasto alle macchine del piroscafo italiano, che pertanto dovette salpare da Alessandria 21 ore più tardi del piroscafo della Peninsulare diretto a Marsiglia, e delle eccezionali condizioni d’innevamento del colle del Moncenisio.
Sulla ferrovia Fell la Supplementary Mail transitò per la prima volta il 4 ottobre 1869. Il 18 arrivata a Susa da Brindisi con 67 minuti di ritardo, ne recuperò 57 durante il viaggio verso St. Michel.
Con l’apertura nel 1869 del canale di Suez e nel 1871 del traforo del Frejus, superata la persistente ostilità delle ferrovie francesi a istituire un servizio diretto fra Parigi e Torino, nell’intento di difendere gli interessi commerciali del porto di Marsiglia, quella d’Italia divenne la via privilegiata per il servizio di trasporto postale rapido Londra-Bombay. Il 2 ottobre 1872 la Valigia delle Indie potè finalmente istradarsi lungo l’itinerario più breve e più naturale Calais-Parigi-Modane-Torino-Alessandria-Piacenza-Bologna-Brindisi e Brindisi-Porto Said-Suez-Bombay, percorribile in circa 17 giorni.